Voci di carta. Informazione e formazione nei giornali locali del primo Novecento


09
NOV
2012
Voci di carta. Informazione e formazione nei giornali locali del primo Novecento
Spicchi di Storia Vol. 6


La pubblicazione, edita da Settegiorni Editore, sesto volume della collana di studi storici sul Novecento "Spicchi di Storia" dell'Istituto di Storia Locale, è liberamente scaricabile in formato PDF. Clicca sul riquadro blu "Documenti" nella parte alta della scheda.

Di seguito un estratto dall'introduzione del volume:

Grazie ai miracoli dell'informatica, il pubblico oggi è sommerso in poche ore da una quantità di notizie pari a quella che, fino a qualche lustro fa, riceveva in un anno. Fra un decennio, qualsiasi persona avrà accesso in un giorno alla stessa quantità di informazioni che un ricercaore di un secolo fa riusciva ad ottenere in tutto l'arco della sua vita. Un diluvio di notizie, convogliate nel corso delle ventiquattro ore, riguardanti ogni campo dello scibile e diffuse in contemporanea con gli avenimenti. Eppure, per un fenomeno che bisognerà studiare a lungo, più aumentano le notizie più diminuisce l'informazione.

Il nostro ingresso nella modernità è stato segnato dall'invenzione della stampa e i giornali hanno rappresentato a lungo l'unica forma di informazione e comunicazione. Fino a poco tempo fa, non c'era autore, intellettuale, personagio noto, che non aspirasse a scrivere un articolo - spesso ricorrendo a uno pseudonimo - e nessuna idea aveva speranza di diffondersi senza passare attraverso i giornali.

Oggi, come osserva Lucio Lami, il mondo rigurgita di notizie e molti, soprattutto i più giovani, prediligono canali informativi e comunicativi più rapidi e aggiornati tanto che gli utenti delle edizioni web sono aumentati del 47%. L'informazione su carta, al contrario, è in netto declino nei Paesi occidentali (negli ultimi cinque anni in Italia è stato venduto un milione e mezzo di quotidiani in meno e si parla di una popolazione che in media legge un libro all'anno) ma non in Oriente dove il giornale continua ad essere uno strumento di cultura e non semplicemente un mezzo per avere notizie (non a caso tra i primi dieci giornali al mondo per vendita, quattro sono giapponesi, due cinesi, due indiani, due europei). Ma la nostra stampa ha mai avuto questa funzione? Che spazi ha occupato in determinati periodi storici? A chi ha dato voce?

Per rispondere a questa e ad altre domande abbiamo voluto, da una parte, dare vita ad una giornata di studio dedicata allo stato dell'informazione oggi e dall'altra, prendere in esame gli organi di stampa pistoiesi di inizio Novecento - un periodo di grande proliferazione - per meglio comprendere che ruolo abbiano svolto nella vita cittadina del tempo.

Abbiamo constatato che prima della trasformazione tecnica, profonda, del quotidiano, la storia dei giornali può essere considerata come l'espressione più tangibile delle vicende dei vari gruppi politici nelle loro gradazioni nazionali e locali. E se in Italia il giornale popolare non si separa dal giornale di opinione, la stampa locale non può che riflettere il "senso comune" del popolo e configurarsi come un significativo veicolo di formazione dell'opinione publica.

Su queste considerazioni si è fondato il numero di Spicchi che presentiamo nel tentativo di cogliere, attraverso le cronache, gli articoli di fondo, le prese di posiizioni dei giornali locali, le dinamiche della società cittadina e le sue aperture (o chiusure) nei confronti delle dinamiche della società nazionale.

Così il dibattito politico che ha visto schierati "modernisti" e "conservatori" si riverbera nei diversi modi di intendere la gestione della cosa pubblica e nelle formule adottate per disegnare la Pistoia contemporanea e futura.

Un dibattito che si trasmette alle cronache della città contemporanea.

 

Emanuela Galli, direttrice dell'Istituto di Storia Locale

Giuseppina Carla Romby, autrice del volume