Campi, vivai, fabbriche nella pianura pistoiese del Novecento


20
GIU
2010
Campi, vivai, fabbriche nella pianura pistoiese del Novecento
Spicchi di Storia Vol. 4


La pubblicazione, edita da Settegiorni Editore, quarto volume della collana di studi storici sul Novecento "Spicchi di Storia" dell'Istituto di Storia Locale, è liberamente scaricabile in formato PDF. Clicca sul riquadro blu "Documenti" nella parte alta della scheda.

Di seguito un estratto dall'introduzione del volume:

Il lento mutare del paesaggio agrario nella pianura pistoiese, ha avuto un'improvvisa e sostanziale accelerazione negli anni 1950-1970 e si è trattato di un mutamento che ha investito contemporaneamente l'organizzazione sociale, la struttura economica e l'assetto insediativo. Se le trasformazioni del tessuto sociale sono state il risultato di un significativo processo di abbandono delle campagne e di un movimento migratorio, i mutamenti insediativi si sono tradotti in un vistoso espandersi "a macchia d'olio" del costruito, attestato lungo le direttrici stradali da e per Pistoia. Un fil rouge unisce Quarrata, Agliana e Montale, centri distribuiti nella piana a costituire un trait d'union con il pratese in un continuum di abitazioni, laboratori, fabbriche, magazzini, depositi, intersecati da campi in abbandono e spazi iperutilizzati dalle aziende vivaistiche. Il tessuto delle costruzioni industriali e la trama dei vivai hanno disegnato un territorio indefinito, non più campagna e non ancora città, in cui le tracce di un passato agricolo, dove poderi e campi risultano ormai sostituiti dalle colture vivaistiche, si coniugano con un presente di manifattura e industria specializzata che ha incorporato saperi di artigiani e botteghe. Antichi centri abitati e borghi rurali di più recente impianto si sono trovati assorbiti dal multiforme tessuto di costruzioni o, al contrario, hanno assunto un imprevisto ruolo urbano, fondato sulla specializzazione manifatturiera e merceologica, come Quarrata. Infatti, nella lucida relazione del Sindaco Vittorio Amadori intesa a ottenere negli anni Sessanta il titolo di città, si riconosce che

il Comune di Quarrata non è insigne per ricordi o monumenti storici, ma riveste una importanza attuale veramente notevole sotto il profilo industriale, artigianale e commerciale. La produzione e il commercio di mobili di arredamento, di biancheria, di maglieria e di tovagliati hanno conquistato un posto di assoluta preminenza, sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo, sul mercato nazionale ed estero. Gli operatori economici di Quarrata sono presenti in Francia, in Germania, nel Medio Oriente, in Africa e in America con conseguente notevole apporto al risveglio economico di tutta la Provincia. La conquistata ricchezza si traduce in una intensa attività edilizia che ha dato consistenza all'assetto urbanistico di tutte le frazioni, un tempo esclusivamente rurali, e soprattutto al Capoluogo. L'incremento demografico è continuo e costante per effetto delle immigrazioni da zone meno favorite del Paese. Sotto la spinta delle conquiste attuate dai privati il Comune di Quarrata ha dovuto affrontare gravi problemi di potenziamento e di creazione ex novo dei servizi pubblici.

La disamina, mettendo in luce i principali problemi cui l'Amministrazione Comunale si trovò a far fronte, prosegue passando in rassegna gli interventi realizzati nell'edilizia scolastica, nell'adeguamento delle opere per la fornitura idrica e dei servizi di igiene ambientale.

Sono state realizzate nuove moderne scuole a Montemagno, Lucciano, Buriano, Tizzana, Valenzatico, La Fratta, Barba, Ferruccia, Olmi, Vignole, Casini, Catena. La scuola di Caserana è stata in parte acquistata e in parte ricevuta in donazione. Un discorso a parte merita il Capoluogo ove sono state costruite la scuola elementare, la scuola media, la scuola di avviamento professionale ora adibita anch'essa a scuola media, la palestra scolastica, il campo di palla volo e di palla a canestro all'aperto, lo stadio e il plastico per l'insegnamento della educazione stradale. Il complesso degli impianti è veramente completo ed ancor più lo sarà non appena saranno realizzati i due campi da tennis il cui progetto è all'approvazione interministeriale.

Particolare attenzione è dedicata all'infrastruttura viaria.

per l'importanza che essa riveste ai fini industriali e commerciali. Una arteria del tutto nuova collega Quarrata alla vicina Casalguidi e quindi alla provinciale del Monte Albano.

La strada Quarrata-Casini crea una valida alternativa alla via Montalbano per il collegamento di Quarrata con la SS. n.66 (Pistoiese) per Firenze e Pistoia. La strada Buriano-Le Croci-Vinci, in fase di inizio, supererà il Monte Albano ponendo Quarrata in immediato contatto con Empoli e la Firenze-Livorno. La via di Bacarello, fra Montemagno e Lucciano, con lo sviluppo verso Montorio-Buriano-Tizzana rappresenta una panoramica interessante sotto il profilo turistico e pone le basi per la valorizzazione di una zona collinare dal vino e dall'olio pregiati. La viabilità interna ha visto, oltre tutta una serie di opere minori, la realizzazione della nuova Via di Brana e dell'ampliamento e della rettifica di Via del Cantone e di via Vecchia Fiorentina. Inoltre quasi tutti i 150 chilometri della rete viaria sono ben asfaltati e ben mantenuti.

Infine si fa riferimento alla pubblica assistenza rilevando l'impegno dell'E.C.A.

perché i numerosi immigrati hanno all'inizio la necessità di essere avviati ed indirizzati per il migliore inserimento in un nuovo ambiente sociale.

Da questa "testimonianza dal vivo" occorre partire per la lettura degli scritti che seguono. Grazie al saggio di Roberto Agnoletti possiamo scoprire gli elementi che nel corso del tempo hanno determinato il passaggio di questa vasta area da " fertile pianura" a territorio antropizzato apparentemente continuo per la presenza massiccia di vivai e per le modalità di sviluppo degli insediamenti a partire dagli anni Cinquanta. Infatti, se dopo il primo conflitto mondiale e il ventennio fascista, le trasformazioni politiche e sociali si erano inserite comunque in una linea evolutiva preesistente, sarà la seconda guerra mondiale a far saltare tutti gli equilibri provocando svolte epocali.

Su questo aspetto si soffermano Metello Bonanno e Marco Francini per fotografare mestieri e paesi prima e dopo gli anni Quaranta. Gli indici molto elevati di industrializzazione, la proliferazione delle unità produttive con particolare riferimento alla manifattura tessile e del mobile imbottito travolsero, infatti, l'assetto economico e paesaggistico della piana pistoiese. La crisi della mezzadria e la fuga delle famiglie dai poderi decretarono un vero e proprio boom demografico a Pistoia, Agliana, Montale, Quarrata. La crisi della produzione cerealicola e zootecnica furono fenomeni inarrestabili e irreversibili con l'avanzata e l'affermazione del vivaismo.

L'industria verde è presa in esame a partire da quegli anni da Carlo Vezzosi che sottolinea le difficoltà e le innovazioni tecnologiche che hanno caratterizzato il passaggio dagli anni difficili della guerra alla capillare diffusione degli ultimi decenni del Novecento con la definizione di una "tipicità" territoriale unica in Europa (ecco che allora per scoprire un autentico paesaggio di pianura occorre visitare l'Area Protetta de "La Querciola" puntualmente descritta nell'intervento di Antonietta Catapano).

Nell'intervento finale di Alberto Cipriani è possibile cogliere tutti i nodi che, a partire dalla nascita di Pistoia come provincia "rurale e ferrigna", non sono stati sciolti impedendo, di fatto, la realizzazione della cosidetta "area metropolitana".